Tu qui, Santuzza? / La tua Santuzza
-Tu qui, Santuzza?
-Qui t'aspettavo.
-È Pasqua, in Chiesa non vai?
-Non vo. Debbo parlarti...
-Mamma cercavo.
-Debbo parlarti...
-Qui no? Qui no!
-Dove sei stato?
-Che vuoi tu dire? A Francofonte.
-No, non è ver!
-Santuzza, credimi...
-No, non mentire; ti vidi volger giù dal sentier... E stamattina, all'alba, t'hanno scorto presso l'uscio di Lola.
-Ah, mi hai spiato!
-No, te lo giuro, a noi l'ha raccontato compar Alfio, il marito, poco fa.
-Così ricambi l'amor che ti porto? Vuoi che m'uccida?
-Oh, questo non lo dire.
-Lasciami dunque, lasciami; invan tenti sopire il giusto sdegno colla tua pietà.
-Tu l'ami dunque?
-No...
-Assai più bella è Lola.
-Taci, non l'amo.
-L'ami, l'ami... Oh! maledetta!
-Santuzza!
-Quella cattiva femmina ti tolse a me!
-Bada, Santuzza, schiavo non sono di questa vana tua gelosia!
-Battimi, insultami, t'amo e perdono, ma è troppo forte l'angoscia mia.
-Fior di giaggiolo, gli angeli belli stanno a mille in cielo, ma bello come lui ce n'è uno solo. Fior di giaggiolo... Oh, Turiddu... È passato Alfio?
-Son giunto ora in piazza. Non so...
-Forse è rimasto dal maniscalco, ma non può tardare. E voi... sentite le funzioni in piazza?
-Santuzza mi narrava...
-Gli dicevo che oggi è Pasqua e il Signor vede ogni cosa!
-Non venite alla messa?
-Io no, ci deve andar chi sa di non aver peccato.
-Io ringrazio il Signore e bacio in terra.
-Oh, fate bene, Lola!
-Andiamo, andiamo! Qui non abbiam che fare.
-Oh, rimanete!
-Sì, resta, resta, ho da parlarti ancora!
-E v'assista il Signore; io me ne vado.
-Ah, lo vedi, che hai tu detto?
-L'hai voluto, e ben ti sta.
-Ah, perdio!
-Squarciami il petto!
-No!
-Turiddu, ascolta!
-Va.
No, no Turiddu, rimani ancora. Abbandonarmi dunque tu vuoi?
-Perché seguirmi, perché spiarmi sul limitare fin della chiesa?
-La tua Santuzza piange e t'implora, come cacciarla così tu puoi?
-Va, ti ripeto, va, non tediarmi, pentirsi è vano dopo l'offesa!
-Bada!
-Dell'ira tua non mi curo!
-A te la mala Pasqua, spergiuro!