Caro amico, la mia lettera ti giunge da lontano,
Dal paese dove sono a lavorare,
Dove son stato cacciato da un governo spaventoso
Che non mi forniva i mezzi per campare;
Ho passato la frontiera con un peso in fondo al cuore
E una voglia prepotente di tornare,
Di tornare nel paese dove son venuto al mondo,
Dove lascio tante cose da cambiare.
E mi son venute in mente le avventure del passato,
Tante donne, tanti uomini e bambini,
E le lotte che ho vissuto per il posto di lavoro,
I sorrisi degli amici e dei vicini;
E mi sono ricordato quando giovani e felici
Andavamo lungo il fiume per nuotare,
E Marino il pensionato ci parlava con pazienza,
Aiutandoci e insegnandoci a pescare.
Caro amico, mi è venuto di pensare come è grande questo popolo
Che lascio al mio paese che mi ha fatto
E mi ha nutrito con il suo amore smisurato cosi solido bellissimo e cortese.
Quella volta che Riccardo ci portò da suo cugino e l'Achille si trovò la fidanzata
E Riccardo confessò di aver provato insieme a lei, che la cosa era tutta combinata.
Ed il padre di Giovanni che faceva il contadino ci insegno la mietitura del frumento,
Ci parlò delle sue bestie della gioia del raccolto della pioggia il sole ed infine il vento
E la gioia prepotente delle feste di paese festival dell'abbondanza dell'amore
Dove il popolo festeggia le bellezze della vita dove il cuore si riempie di calore
Writer(s): Pier Angelo Bertoli, Alfonso Borghi
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