Non starò più a cercare parole che non trovo
Per dirti cose vecchie con il vestito nuovo,
Per raccontarti il vuoto che, al solito, ho di dentro
E partorire il topo vivendo sui ricordi,
Giocando coi miei giorni, col tempo...
O forse vuoi che dica che ho i capelli più corti
O che per le mie navi son quasi chiusi i porti;
Io parlo sempre tanto, ma non ho ancora fedi,
Non voglio menar vanto di me o della mia vita
Costretta come dita dei piedi...
Queste cose le sai perché siam tutti uguali
E moriamo ogni giorno dei medesimi mali,
Perché siam tutti soli ed è nostro destino
Tentare goffi voli d'azione o di parola,
Volando come vola il tacchino...
Non posso farci niente e tu puoi fare meno,
Sono vecchio d'orgoglio, mi commuove il tuo seno
E di questa parola io quasi mi vergogno,
Ma c'è una vita sola, non ne sprechiamo niente
In tributi alla gente o al sogno...
Le sere sono uguali, ma ogni sera è diversa
E quasi non ti accorgi dell'energia dispersa
A ricercare i visi che ti han dimenticato
Vestendo abiti lisi, buoni ad ogni evenienza,
Inseguendo la scienza o il peccato...
Tutto questo lo sai e sai dove comincia
La grazia o il tedio a morte del vivere in provincia
Perché siam tutti uguali, siamo cattivi e buoni
E abbiam gli stessi mali, siamo vigliacchi e fieri,
Saggi, falsi, sinceri... coglioni!
Ma dove te ne andrai? Ma dove sei già andata?
Ti dono, se vorrai, questa noia già usata:
Tienila in mia memoria, ma non è un capitale,
Ti accorgerai da sola, nemmeno dopo tanto,
Che la noia di un altro non vale...
D'altra parte, lo vedi, scrivo ancora canzoni
E pago la mia casa, pago le mie illusioni,
Fingo d'aver capito che vivere è incontrarsi,
Aver sonno, appetito, far dei figli, mangiare,
Bere, leggere, amare... grattarsi!
Writer(s): Francesco Guccini
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